Compliance, concordance, adherence
- 01/08/2018
- By Carolina Tampolli
- Psicologia, Psicoterapia
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Talvolta vengono utilizzati termini in modo non appropriato, non solo dai pazienti, anche dai clinici. Questo articolo vuol far chiarezza sul significato di alcuni termini che per il clinico possono essere utili per descrivere al meglio come il paziente si pone nei confronti della terapia.
Compliance
Il termine compliance deriva dal latino complire, che significa riempire e quindi completare un’azione, una transazione o un processo. Nell’Oxford English Dictionary la definizione rilevante è L’agire in accordo con, o il cedere a un desiderio, richiesta, condizione, direzione, ecc. Significa agire in accordo con i consigli, in questo contesto i consigli dati dal prescrittore, ma l’atteggiamento moderno nei confronti di questo termine è che tradisce un atteggiamento paternalistico nei confronti del paziente da parte di chi prescrive la terapia.
Secondo il dott. Boccianti (si veda la bibliografia per il riferimento preciso ad il suo articolo) questa parola inglese dalle origini latine (complere: compiere, realizzare, ma anche soddisfare una promessa) è usata per definire il comportamento di una persona, indicando in questo caso la tendenza ad essere accondiscendente, compiacente, capace di conformarsi ai desideri dell’altro.
In campo clinico il termine compliance descrive una condotta del paziente, ovvero la sua acquiescenza nei confronti delle prescrizioni. E’ definito come «il grado in cui il comportamento di un paziente (assunzione di farmaci, osservanza di diete, cambiamenti nello stile di vita) coincide con le raccomandazioni del medico». Le dimensioni della compliance sono individuate in modo approssimativo all’interno di quel continuum che presenta a un estremo la massima “ubbidienza” alle direttive di chi prescrive la terapia e a quello opposto il completo rifiuto del trattamento: sopra l’80% è alta, sotto il 40% è bassa, e dal 20% in giù si parla di resistenza.
Concordance
Per il motivo suddetto, è stata introdotta l’idea di concordanza, che implica che chi prescrive la terapia ed il paziente dovrebbero raggiungere un accordo sul regime che il paziente assumerà.
La concordanza implica che i pazienti dovrebbero assumersi maggiori responsabilità per la loro gestione, anche se non tutti sono disposti a farlo.
Il significato rilevante della concordanza è l’essere d’accordo o l’essere concorde.
Adherence
Il termine adherence viene dalla parola latina adhaerere, che significa aggrapparsi, restare vicini o rimanere costanti. Nell’Oxford English Dictionary è definito come Persistenza in una pratica o principio; costante osservanza o mantenimento, una definizione che evoca appropriatamente la tenacia che i pazienti devono ottenere attenendosi a un regime terapeutico. Le tradizionali barriere all’adesione alla terapia comprendono la complessità del regime e l’incapacità da parte del paziente di comprendere l’importanza dell’aderenza, che a sua volta può derivare da una scarsa comunicazione da parte del sanitario.
Al giorno d’oggi il paziente ha un maggiore potere “contrattuale” e svolge un ruolo molto più attivo nel processo di cura, come testimonia la sua recente acquisizione del diritto al consenso informato o di quello ad esprimere in anticipo le proprie volontà di trattamento. Per questo motivo, al termine compliance molti preferiscono quello di adherence – aderenza –, un termine sicuramente più appropriato a un paziente che ha il potere di decidere se e quanto attenersi ad un programma terapeutico.
Compliance, concordance e adeherence non sono un fenomeno individuale, un tratto stabile del paziente, ma sono influenzati dalla relazione terapeutica la quale può influenzarli sia in senso negativo sia in senso positivo.
L’alleanza terapeutica, un lavoro collaborativo tra terapeuta e paziente, è un potente fattore predittivo dell’esito del trattamento.
Bibliografia
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2203247/
http://www.treccani.it/magazine/lingua_italiana/speciali/Medicina/Boccianti.html
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